
04 Mar Cosa mangiare fuori casa
Spesso i pazienti che seguo si trovano per varie vicissitudini ed esigenze sia lavorative che personali a consumare il loro pasto fuori casa.
Che sia un pranzo al ristorante o un impegno di lavoro ad oggi diviene quasi la normalità ritrovarsi in una tavola calda o in una mensa con i colleghi per la pausa lavorativa.
Pensiamo alla ragazza che lavora a tempo pieno dalla mattina fino ad ora di pranzo per riattaccare alle 15 ma che, abitando lontano da casa, potrebbe essere davvero molto impegnativo doversi preparare il proprio pasto la sera prima; così sceglie di pranzare con le colleghe in mensa senza doversi ritrovare la sera prima con le mani tra i capelli a chiedersi: “ed ora che mi preparo per domani?!”
Magari questa domanda se la pone proprio dopo che si è allenata, ha riportato il figlio dalla lezione di nuoto e tutto quello che vorrebbe fare è sdraiarsi sul divano con un bel bicchiere di vino.
In questi casi, ad esempio, mangiare fuori potrebbe essere una soluzione davvero molto intelligente per vari motivi che ora ti elenco:
- In pausa pranzo potrai staccare davvero e goderti un momento di convivialità con le tue colleghe o amiche.
- Potresti utilizzare l’ora che useresti per fare il pranzo per il giorno per fare una bella maschera al viso o una rilassante doccia calda.
- Potresti imparare a metterti in gioco e capire che una sana alimentazione non impone un ipercontrollo come ti hanno sempre fatto credere ma semplicemente una certa dose di consapevolezza che puoi costruire piano piano attraverso un percorso nutrizionale.
Io, ad essere sincera, sono molto favorevole al pranzo in mensa, al ristorante o in una tavola calda se si lavora lontano da casa: ora ti spiego il perché!
Secondo il mio modesto parare l’utilizzo troppo frequente della schiscetta potrebbe dar poco spazio alla fantasia.
Se non si ha a portata di mano un microonde o un piccolo forno al lavoro diviene davvero molto difficile prepararsi qualcosa di appetibile che soddisfi sia il gusto che il palato e che allo stesso tempo sia bilanciato ed in linea alle proprie esigenze nutrizionali.
Potresti optare per qualcosa di freddo come una farinata di ceci con il pane oppure una frittata con del riso e delle verdure o semplicemente una pasta di legumi fredda con pesto; ma siamo tutti d’accordo con il dire che queste opzioni potrebbero aiutarti principalmente durante la stagione primaverile-estiva; non di certo l’inverno o l’autunno quando le temperature si abbassano ed il corpo necessita di pietanze calde ed appetibili che scaldino non solo il palato ma anche il cuore.
Spoiler: magari un giorno farò anche un articolo per proporre delle schiscette buone da consumare fredde ma aspetto che il sole riscaldi ancora un po’ le nostre giornate.
E allora: cosa possiamo ordinare a pranzo in mensa, al ristorante o in una tavola calda cercando sempre di seguire le linee guida per una sana alimentazione?
- Se ti trovi al ristorante/tavola calda una buona opzione può essere quella di scegliere di consumare una sola pietanza ( un primo o un secondo piatto) con aggiunta di un contorno di verdure e un frutto, adeguando la grandezza delle porzioni alle proprie esigenze nutrizionali. Potresti utilizzare la dietetica per volumi in questo caso. Essa è una tecnica basata sul confronto di cibi con volumi di oggetto di uso comune ( bicchiere, tazza, cucchiaio,mestolo,ecc…) e/o con le dimensioni della mano del soggetto( pugno, palmo, dita). Il palmo della mano può essere utilizzato come strumento per misurare gli alimenti “piatti” come una porzione di carne, una fetta di pizza o una fetta di pane.
Il pugno è indicato per gli alimenti che hanno un volume in altezza tipo: pane a rosetta, frutta, primi piatti ( riso o pasta).
Le dita possono essere usate come riferimento per alimenti riducibili in piccoli pezzi, come il formaggio, la cioccolata , una fetta di torta.
Quando ti siedi a tavola non eccedere con il consumo di pane o dei suoi sostituti ( grissini/ crackers / focaccia) ma aspetta la tua portata. Meglio preferire pietanze non troppo ricche di sale e/o grassi da condimento.
In alternativa si possono scegliere piatti unici quali le insalate arricchite con tonno, latticini, uova sode,ecc…accompagnate da poco pane e una porzione di frutta limitando le aggiunte di olio e sale.
- Se ti trovi ad un self-service puoi limitare la scelta orientandoti verso un singolo piatto con contorno di verdure e un frutto. In queste situazioni l’attrattiva e la varietà dell’offerta, soprattutto se a prezzo fisso, può far si che si cada nella cosiddetta “sindrome da buffet” caratterizzata dalla tendenza di esagerare nelle dimensioni delle portate non rinunciando a niente di ciò che viene proposto.
- Se ti trovi in pizzeria: la classica pizza Margherita unisce le caratteristiche nutritive del “primo” e quelle del “secondo”; l’abbinamento con una porzione di verdura e/o frutta può rendere questa opzione nutrizionalmente adeguata ma non dimentichiamoci che la pizza è ricca di sale e quindi non va consumato troppo spesso durante la settimana.
- Se ti trovi in piadineria o in uno snack-bar: il panino può essere considerato un piccolo pasto abbastanza ben assortito a patto che non si esageri con la farcitura ( abusando ad esempio di salse e condimenti vari). Varia la tipologia di affettati alternando anche con formaggi ( ad esempio mozzarella) ed associa al panino anche della verdura ed una porzione di frutta.
Spero che i miei consigli siano stati utili: come sempre vi aspetto nei commenti